Il saggio Patanjali è universalmente conosciuto come il padre dello yoga e a lui si attribuisce la scrittura dello Yoga Sutra, un opera di 196 versi (sutras vuol dire versi), considerata la Bibbia per gli yogi.
Nonostante sia una figura così importante, non è ancora chiaro in quale epoca sia vissuto ed abbia scritto l'opera.
L'ipotesi più accreditata è che sia vissuto circa 400 anni prima di Cristo. In ogni caso, gli Yoga Sutras sono probabilmente una raccolta di versi già conosciuti, tramandati dai guru attraverso il passaparola.
Quest'opera vuole connettere tra di loro diverse idee, come fossero perle di un mala (oggetto che corrisponde circa al nostro rosario).
E' un processo che permette di "vedere" attraverso lo yoga, vedere qualcosa al di là dei sensi e al di là della mente.
Lo Yoga Sutra è diviso in 4 capitoli o Pada:
Samadhi Pada 55 versi;
Sadhana Pada 55 versi;
Vibhooti Pada 56 versi;
Kaivalaya Pada 34 versi.
I versi sono brevi e molto chiari, e combinano pura poesia e scientifica precisione.
Patanjali chiama il suo sistema yoga. Successivamente il suo metodo verrà chiamato Patanjali yoga, poi più largamente identificato come Raja yoga.
Raja yoga è la scienza della mente e si interessa ad esplorare il mondo interiore e a liberare il potere e la conoscenza contenuti all'interno.
Lo stesso Patanjali definisce il suo yoga come "l'eliminazione delle fluttuazione della mente", cioè il controllo degli schemi della coscienza.
Patanjali yoga consiste in 8 passi, conosciuti come ashtanga yoga: lo yoga degli 8 passi.